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La Spiritualita' dell'Arte Sacra

Ecco cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica e alcuni grandi Padri e Dottori della Chiesa riguardo all'arte e alla Spiritualita' cristiana.  

"Si parla in proposito di una 'via pulchritudinis', una via della bellezza che costituisce al tempo stesso un percorso artistico, estetico, e un itinerario di fede, di ricerca teologica”. (Benedetto XVI)

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San Tommaso d'Aquino

Summa Theologica

"L'arte e' un prodotto dello Spirito".

Secondo san Tommaso, la bellezza della realtà è un segno della bellezza del Creatore. Le perfezioni di Dio sono da noi conosciute a partire dalla conoscenza della realtà creata. Ogni bellezza è partecipazione della bellezza divina.

Il bello e il bene «si identificano nel soggetto, perché si fondano sulla medesima realtà, cioè sulla forma, e per questo ciò che è buono è lodato come bello» (Summa Theologica).  

 

Il bello implica una forma che desta ammirazione e si riferisce all’intelletto, mentre il bene implica una forma che attrae e si riferisce alla volontà. Potremmo dire che il godimento della bellezza è gioia nella conoscenza del bene: unisce conoscenza e gioia, coinvolgendo tutta la persona.

Dottore della Chiesa, sec. XIII

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Sant'Agostino

Discorsi sul tema del bello

“Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell'aria diffusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo, interroga l'ordine delle stelle, interroga il sole che col suo splendore rischiara il giorno ….  Interrogali! Tutti ti risponderanno: Guardaci: siamo belli! La loro bellezza li fa conoscere. Questa bellezza mutevole....chi l'ha creata, se non la bellezza immutabile”? Così è di ogni opera d’arte.

San Giovanni Paolo II nella Lettera agli Artisti ha scritto: «Per questo la bellezza delle cose create non può appagare, e suscita quell’arcana nostalgia di Dio che un innamorato del bello come sant’Agostino ha saputo interpretare con accenti ineguagliabili: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!”»

Dottore della Chiesa, sec. IV

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San Giovanni della Croce

Salita al Monte Carmelo

Questo è il vero scopo dell'arte: elevare alla contemplazione di Dio, facendoci scoprire -guardare- la Bellezza che si nasconde dietro il bello.

 

“Tutte le volte che si ascolta musica o altre cose gradevoli, si respirano profumi soavi, si gustano sapori prelibati o si provano tocchi delicati, se immediatamente, al primo stimolo, si dirigono il pensiero e l'affetto a Dio, traendone piacere maggiore che dalla sensazione di cui si gioisce solo perché ne è stata la causa, allora è segno che quei godimenti sensitivi giovano allo spirito e lo elevano”.

Dottore della Chiesa, sec. XVI

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San Giovanni Damasceno

Discorsi in Difesa delle Immagini Sacre

 

“Dio promise a Davide che gli avrebbe costruito un tempio ad opera di suo figlio Salomone e gli avrebbe approntato una dimora per il suo riposo ( 2 Sam 7,11s.). Salomone lo costrui' e fabbrico' i Cherubini, come dice il libro dei Re, e cinse i Cherubini di oro e per tutte le pareti scalpellate intorno egli incise col cesello Cherubini e palme all' interno ed all' esterno (1 Re, 6, 23.28s.) - non dice di lato, ma intorno - ed anche buoi, leoni e melograni. Ma, forse, non e' molto piu' onorevole ornare tutte le pareti della casa del Signore con le forme e le raffigurazioni dei santi, invece di animali e di alberi? Dov'e' la legge che ordina: "Non farti alcuna figura?" (Deut. 5,8) In realta' Salomone, che aveva ricevuto il dono della sapienza, faceva le figure dei Cherubini, dei leoni e dei buoi senza raffigurare Dio - questo infatti la legge proibisce. E cosi' neanche noi raffiguriamo Dio quando costruiamo l' immagine dei santi.”  

Primo Discorso, 20)

 

“Dio ordino' di costruire un' arca di legno non soggetto a corruzione, di indorarla da dentro e da fuori, e di porre dentro ad essa le Tavole (Es. 25, 10s.15), la verga (Num. 17,25) e l' urna d' oro contenente la manna (Es. 16,33), a ricordo degli avvenimenti passati e ad immagine anticipatrice di quelli futuri. Chi mai potra' dire che queste non sono immagini ed araldi dalla voce potente? In piu', esse non stavano di fianco al tabernacolo, ma dinanzi allo sguardo di tutto il popolo che, ad esse guardando, rivolgeva la venerazione ed il culto a Dio che attraverso di esse aveva operato. E' evidente che non rivolgevano il culto ad esse, ma per mezzo di esse erano condotti al ricordo degli avvenimenti miracolosi e prestavano venerazione a Dio, operatore di meraviglie. Erano immagini poste a ricordo, onorate non come dèi ma come recanti la memoria della divina potenza.”

(fonte: Primo Discorso, 17)

Dottore della Chiesa, sec. VII

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Fra' Beato Angelico

Grande artista cristiano del primo Rinascimento (non lascio' scritti)

Di lui dissero:

 

PIO XII

In un discorso pronunciato durante le celebrazioni per il quinto centenario (1955) del Beato Angelico, Papa Pio XII disse:  “È vero che all’arte, per essere tale, non è richiesta una esplicita missione etica o religiosa. Essa, come linguaggio estetico dello spirito umano, se questo rispecchia nella sua verità totale, o almeno non lo deforma positivamente, è già di per sé sacra e religiosa, in quanto cioè è interprete di un’opera di Dio; ma se anche il contenuto e le finalità saranno quelle che [il Beato ] Angelico assegnò alla propria, allora assorgerà alla dignità quasi di ministro di Dio, riflettendone un maggior numero di perfezioni".

 

Il famosissimo artista rinascimentale MICHELANGELO vedendo a Fiesole una “Annunciata” di mano del Beato Angelico, dopo averla mirara e rimirata un tempo, disse: “Bisogna, che quest’Huomo Santo, la vedesse così fatta in Paradiso, già che l’effigiò si bella”.  (Fonte: “Delle vite degli Huomini illustri” di S. Domenico, Bologna, 1620, p. 415-416)

 

Grande artista cristiano del primo Rinascimento

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Documenti Teologici

Cosa dicono i Documenti Ufficiali della Chiesa sull'Arte Sacra

CATHECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Il 28 giugno 2005, Papa Benedetto XVI presenta il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica ritornando sull’argomento: “Immagine e parola s’illuminano così a vicenda. L’arte «parla» sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile. Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis”.

 

BENEDETTO XVI 

Nell’Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis, del 22 febbraio 2007, Papa Benedetto XVI evidenzia il rapporto essenziale e necessario tra bellezza e liturgia nella celebrazione dei Divini Misteri: “La liturgia … ha un intrinseco legame con la bellezza: è veritatis splendor… La bellezza, pertanto, non è un fattore decorativo dell’azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo”.

 

Ma è soprattutto nel memorabile Discorso rivolto, il 21 novembre 2009, agli Artisti radunati nella Cappella Sistina, appartenenti a tutte le arti e  provenienti da tutto il mondo, che Benedetto XVI tratta ampiamente il tema della bellezza.

Ricordando il decennale della Lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha proposto una approfondita riflessione sulla bellezza e sul suo rapporto con l’esperienza di fede: “La bellezza… proprio per la sua caratteristica di aprire e allargare gli orizzonti della coscienza umana, di rimandarla oltre se stessa, di affacciarla sull’abisso dell’Infinito, può diventare una via verso il Trascendente, verso il Mistero ultimo, verso Dio. L’arte, in tutte le sue espressioni, nel momento in cui si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza, con i temi fondamentali da cui deriva il senso del vivere, può assumere una valenza religiosa e trasformarsi in un percorso di profonda riflessione interiore e di spiritualità… Si parla, in proposito, di una via pulchritudinis, una via della bellezza che costituisce al tempo stesso un percorso artistico, estetico, e un itinerario di fede, di ricerca teologica”.

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